Dual boot Linux-Windows sempre più complicato, colpa di BitLocker

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Dual boot Linux-Windows sempre più complicato, colpa di BitLocker

Messaggio da openresource

La funzione dual-boot consente di installare più di un sistema operativo su un computer o un portatile, creando partizioni apposite sull’unità di sistema. Grazie al dual-boot, ad esempio, è possibile installare una distro Linux e una versione di Windows sullo stesso dispositivo, con la possibilità di scegliere quale OS avviare tramite un boot loader, ad esempio Grub. Si tratta di una possibilità molto utile, ad esempio, per chi preferisce operare nell’ambiente Linux ma non può rinunciare all’uso di alcuni programmi non compatibili con tale piattaforma, scegliendo il sistema operativo da avviare all’occorrenza.
Chi ha avuto modo di usare questa funzione, nel tempo, sa bene che il rapporto tra Windows e dual-boot non è mai stato idilliaco. In alcuni casi, ad esempio, Windows può sovrascrivere Grub durante un aggiornamento, creando non pochi grattacapi all’utente.
E le cose stanno peggiorando a causa del modello di crittografia adottato da BitLocker. Uno dei problemi più comuni è il fatto che i contenuti di un disco crittografato non sono accessibili se prima non vengono sbloccati. Ciò può avvenire solo in due modi: una chiave di ripristino o l’avvio di Windows, e già questa è una seccatura non indifferente per chi ha necessità di accedere al disco anche dall’ambiente Linux.
In alcuni casi, poi, le chiavi di BitLocker vengono memorizzate nel modulo TPM e questo, come discusso anche dagli sviluppatori di Fedora Linux, è un bel problema, dato che una chiave crittografica di BitLocker viene sbloccata solo se la misurazione della boot chain effettuata dal TPM corrisponde ai valori previsti in un PCR del TPM. Se shim e Grub si trovano nella stessa boot chain, le misurazioni non saranno corrette, di conseguenza la voce di menu all’interno di Grub per l’avvio di Windows non funzionerà, rimandando invece l’utente alla pagina di ripristino di BitLocker di Windows.
Una soluzione potrebbe essere utilizzare due unità separate per i sistemi operativi, sebbene non sempre sia un’operazione fattibile, ad esempio per via dei limiti di spazio fisico sui portatili, o per limiti di budget.
Insomma, se proprio non volete usare un solo sistema operativo o acquistare, ad esempio, una macchina appositamente realizzata per far girare bene Linux, ricordate che il dual-boot, soprattutto con Windows 11, potrebbe darvi qualche problema nel corso del tempo. In ogni caso, le community di utenti Linux sono sempre molto attive e del problema si discute già da tempo, con alcune soluzioni che potrebbero aiutarvi davvero a migliorare l’esperienza

via/https://www.tomshw.it/
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