I cyber criminali prendono di mira Linux, già migliaia i PC infettati

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I cyber criminali prendono di mira Linux, già migliaia i PC infettati

Messaggio da beatrice

Gli hacker hanno sviluppato un malware pensato per il sistema operativo del pinguino, questo sfrutta i dispositivi con password e impostazioni non aggiornate

Linux da sempre è stato considerato come un luogo ameno, un posto dove hacker e cyber criminali avevano poco o niente a che fare. Ora però sembrerebbe non essere più così. I malware hanno iniziato a colpire anche il sistema operativo con il pinguino. E sono già migliaia i PC infettati.
Il malware Linux.Proxy.10. L’azienda sulla sicurezza informatica Dr.Web ha scoperto un malware che ha iniziato ad avere come target unicamente i dispositivi dotati di sistema operativo Linux. Si tratta di Linux.Proxy.10, che viene utilizzato dai criminali informatici per mantenere l’anonimato in Rete. Il virus viene principalmente utilizzato per compiere delle attività illegali sulla Rete senza essere scoperti da nessuno. Secondo gli esperti i computer più a rischio sono quelli che non hanno modificato le impostazioni di default o che hanno già subito degli attacchi hacker in passato. Questo permette ai cyber criminali di accedere facilemente al dispositivo.
Come agiscono i cyber criminali su Linux
ImmagineFonte foto: Shutterstock
Non è necessario essere un tecnico informatico per mettersi al riparo dagli hacker. Scopri alcuni suggerimenti facili e immediati

Per infettare i dispositivi con il malware Linux.Proxy.10 i cyber criminali usano il protocollo SSH. Una volta che il sistema è stato infettato, il criminale può connettersi facilmente usando solo il proprio indirizzo IP. Il modo migliore per rimanere al sicuro, se si usa un dispositivo con sistema operativo Linux, è quello di modificare le impostazioni predefinite e utilizzare password più complesse e più difficili da decifrare. In questa nuova ondata di attacchi, i criminali informatici non usano la forza bruta, come alle volte accade con i malware pensati per Windows, ma sfruttano la noncuranza di alcuni utenti, specie su credenziali d’accesso e impostazioni.

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